Infrastrutture

A14, Lega: Calcinaro in cerca di visibilità incolpa Salvini di problemi decennali

Il Commissario della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti, il consigliere regionale Marco Marinangeli, il Commissario provinciale Alan Petrini e consiglieri comunali della Lega di Fermo Giacobbi, Romanella e Tulli, stigmatizzano l’ennesima polemica del sindaco fermano che alla BIT di Milano non ha perso occasione per attaccare Salvini con accuse inconsistenti

“Il sindaco di Fermo non perde occasione per attaccare il ministro Salvini sui cantieri dell’A14, un problema che esiste da anni, ma del quale Calcinaro pare essersi accorto soltanto ora – esordiscono i leghisti – è inaccettabile che le vittime della strada diventino strumento di propaganda politica.

Calcinaro sta portando avanti la sua personale campagna da sindaco al capolinea in cerca di candidatura che gioca la carta dell’indignato di circostanza sperando che qualcuno lo consideri un paladino da imbarcare. Mentre tutti lavorano in squadra per trovare una soluzione definitiva, lui, sindaco di capoluogo, è l’unico che lavora per se stesso. Ormai è chiaro che Calcinaro cerca solo e sempre il modo di mettersi a favore di microfono e telecamere – aggiungono – Il ministro Salvini insieme al presidente Acquaroli e all’Aspi sta lavorando concretamente per trovare una soluzione percorribile e definitiva nel minor tempo possibile per risolvere la problematica dei cantieri lungo la A14 e per elaborare un progetto di terza corsia serio, cosa che ad oggi non è mai stata fatta. Il sindaco Calcinaro, più che esperto di opere pubbliche, sa bene che i cantieri attivati per adeguare gallerie e tratte alle norme di sicurezza non sono una scelta, ma un obbligo – incalzano i leghisti – e che non manca certo la volontà di realizzare la terza corsia su cui non tutte le amministrazioni locali sono state concordi nel tempo. Se il sindaco Fermano oggi ricorre al paragone tra A14 e l’Eboli descritta nel famoso libro di Carlo Levi è anche perché ci sono stati sindaci che come lui hanno preferito fare strada per sé piuttosto che per i marchigiani”, concludono.

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