Consiglio regionale

Gioco d’azzardo e dipendenze digitali: approvato il piano integrato GAP

Approvato in Regione il piano integrato GAP che ha tra le sue finalità primarie la prevenzione delle ludopatie e dipendenze digitali per la quale assorbirà il 46% in più di risorse rispetto a quelle destinate a cura e riabilitazione.
Concordi nei loro interventi il vicepresidente e assessore Filippo Saltamartini (VIDEO), il vicecapogruppo Mirko Bilò (VIDEO) componente della commissione Commercio e la consigliera Anna Menghi (VIDEO) componente della commissione Sanità.
Lo stanziamento di 5 milioni di euro per interventi di informazione, formazione e cura, conferma che si intende fronteggiare adeguatamente una condizione preoccupante perché anche il gaming sta inserendo a ritmo crescente elementi propri del gioco d’azzardo nell’ambito di giochi diversamente classificati.
Bene dunque che Piano GAP e piano regionale di Prevenzione siano stati integrati perché la prevenzione va attuata a tutto tondo. È compito degli amministratori fornire a famiglie e cittadini informazione, formazione e sostegno per una prevenzione motivata dalla palese impossibilità di reprimere attraverso norme restrittive di impostazione logistica quello che è un fenomeno di transizione socio-culturale.
La Generazione X giocava la schedina del Totocalcio in un ambito di socialità lùdica strettamente connessa ai momenti di svago. La Generazione Z subisce progetti di marketing molto strutturati che ne coinvolge una bella fetta di età compresa tra gli 11 e i 17 anni nel gioco d’azzardo on line.
Il report ESPAD Italia del 2021 rileva che, tra gli studenti di età compresa tra 15 e 19 anni, uno su 10 ha praticato il gioco d’azzardo attraverso il cellulare e di questi il 75,6% lo ha fatto non in un contesto dedicato come poteva essere il bar per la schedina del totocalcio, ma a casa durante lo studio, a scuola, in gita con gli amici o per ingannare l’attesa dell’autobus.
La responsabilità impone di mettere da parte l’aspetto ideologico concentrandosi sugli strumenti per non sviluppare quella che viene definita dagli esperti “dipendenza senza droghe”. Perché azzardo e connessione determinano tra le giovani generazioni, una crescente forma di sballo non meno di quella da sostanze stupefacenti.

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