Sicurezza Sport

Bilò: sicurezza per la pratica del ciclismo, ambasciatore delle Marche

Il vicecapogruppo della Lega in Consiglio regionale è intervenuto in rappresentanza del presidente Acquaroli e dell’assessore Biondi all’incontro “Le competizioni ciclistiche su strada”

“Il ciclismo è metafora della vita e del Dna delle Marche: fatica e tenacia per raggiungere i traguardi nel rispetto delle regole e spirito di squadra. La Regione Marche crede nel ciclismo, che fa di ogni angolo di strada una palestra di vita, come ambasciatore del territorio. Lavoriamo per far sì che gli standard di sicurezza che oggi siamo in grado di offrire al mondo dei professionisti siano gli stessi per le società e i tanti ciclisti dilettanti che corrono senza riflettori, ma con identici sacrificio e dedizione. Voglio ringraziare tutti coloro, soprattutto le donne e gli uomini delle forze dell’ordine, che garantiscono lo svolgimento delle gare nella massima sicurezza. Lavoriamo perché siano sicuri anche allenamenti e pratica amatoriale nel nome del nostro mai dimenticato campione Michele Scarponi, vittima di un incidente proprio in allenamento”.

Così il consigliere regionale Mirko Bilò, vicecapogrupo della Lega, che è intervenuto in rappresentanza del presidente Acquaroli e dell’assessore Biondi all’incontro “Le competizioni ciclistiche su strada” organizzato dal Dipartimento Polizia Stradale Marche guidato dalla dott.ssa Maria Primiceri e dal Comitato regionale della Federazione ciclistica italiana del presidente Lino Sechi con il patrocinio dell’Anci Marche.

“La Regione Marche crede nel ciclismo come leva di sviluppo e crescita economica in chiave turistica. Per questo abbiamo investito in questi anni importanti risorse per ospitare competizioni nazionali ed internazionali e vogliamo continuare in questa direzione convintamente – ha detto Bilò nel suo intervento – Il ciclismo è sport di valori ed emozioni che fa parte delle nostre vite e non solo per la grandezza delle performances sportive e la quotidianità della pratica diffusa, ma anche per la solida simbiosi tra valore sportivo e valore civile. Basti ricordare che, tra i campioni del firmamento ciclistico c’è quel Gino Bartali, Giusto tra le Nazioni, di cui ricorrono i 110 anni dalla nascita. Da ogni gara o allenamento, traiamo lo spunto per riaffermare i valori di convivenza nella fratellanza di cui tanto abbiamo bisogno in questo contesto storico. Per questo al ciclismo, attraverso cui le Marche e la Storia si fanno strada, dobbiamo anche quella sicurezza indispensabile per ciclisti e pubblico.”

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