Matteo Salvini ci ha convocato per un incontro interno alla Lega sul dossier agricoltura. Stiamo mettendo a punto le misure a sostegno dei nostri agricoltori”. Così l’onorevole marchigiano Mirco Carloni dopo il summit.
Carloni, gli agricoltori marchigiani sono scesi in piazza nelle loro province e alcuni arriveranno fino a Roma gridando le loro difficoltà e chiedendo aiuti. Cosa ne pensa?
“Il loro messaggio è chiaro: stop alle eurofollie di Bruxelles e alle manovre finto ambientaliste. Non possiamo in alcun modo permettere che la produzione italiana sia tagliata del 30%. Il recente passo indietro della Von Der Leyen sui fitofarmaci dimostra come le nostre battaglie, anche in commissione europea, siano di buonsenso e possano vincere. L’Ue aveva costretto gli agricoltori a chiudere produzioni, divenute insostenibili per gli eccessivi limiti all’uso dei fitofarmaci essenziali per un’agricoltura che non sia di fantasia e irrealizzabile. Nel frattempo si spalancavano le porte all’importazione di prodotti da Paesi extra europei, senza alcuna tutela per la salute. La Lega ha detto no sin da subito, e aveva ragione. Ma serve di più, a partire dal rinnovo della Pac”.
Cosa dovrebbero fare le Regioni?
“Hanno un ruolo strategico per il sostegno alle imprese: saranno fondamentali nel predisporre bandi specifici per particolari settori, rispondendo così puntualmente ai bisogni delle nostre aziende. Certo, i bandi come fanno alcune regioni per dare soldi agli agricoltori per non coltivare non vorremmo più vederli. Sostenere l’agricoltore non significa pagarlo per fargli cambiare lavoro”.
Cosa sta facendo il governo?
“È al lavoro sull’esenzione Irpef anche sopra i 10mila euro. Abbiamo fatto un passo, ma non basta: bisogna fare di più e ci stiamo lavorando con tutte le nostre forze. La Lega è stata la prima a presentare una proposta emendativa al decreto Milleproroghe, a prima firma del nostro capogruppo Riccardo Molinari e mia, per la proroga, per il 2024, dell’esenzione Irpef per i redditi agrari e dominicali. Dobbiamo portare avanti anche la nostra legge per i giusti prezzi per i prodotti agricoli e difendere le filiere di qualità dalla concorrenza estera sleale e quella per la promozione dei giovani agricoltori”.
Rischiamo secondo lei di perdere un patrimonio enogastronomico e di genuinità?
“L’Italia non ha eguali al mondo per eccellenze enogastronomiche. Questo è un patrimonio che non possiamo permettere di perdere per colpa di qualche burocrate che vorrebbe vedere affossare il Made in Italy a favore di non si sa quali interessi esteri. Dobbiamo favorire mercati equi e trasparenti”.
(fonte, Il Resto del Carlino 13 febbraio 2024)