Marche

Hotel House, scandalo permessi di soggiorno

Salvini: tolleranza zero contro i fortini dell’illegalità 

Ennesimo blitz delle Forze dell’Ordine all’Hotel House di Porto Recanati in provincia di Macerata: smascherato il trucco per i permessi di soggiorno, con ben 236 partite Iva fittizie e 113 evasori totali. Parliamo di un complesso residenziale dove vivono quasi esclusivamente stranieri e su cui, da anni, è al lavoro Matteo Salvini. 

“Grazie alle donne e agli uomini in divisa, ai residenti perbene, alle istituzioni che non mollano: non si possono tollerare fortini di illegalità” commenta il leader della Lega. 

L’ultima visita di Salvini all’Hotel House risale a giugno 2020: all’epoca, su 480 unità immobiliari circa 100 sono all’asta, i residenti censiti sono scesi a 1.300, con una ventina di abusivi che spacciano (erano centinaia) e cinque persone agli arresti domiciliari. Gli italiani residenti non arrivano a dieci, l’etnia più numerosa è quella pakistana seguita da quella bengalese e senegalese. 

È la prova che il lavoro fatto con la Lega al governo ha dato risultati” aveva affermato Salvini, che da ministro dell’Interno si era presentato all’Hotel House nel settembre 2018 osservando una situazione decisamente più critica. In quel periodo, i residenti erano più di 1.700 ma in passato erano arrivati addirittura a 4mila. 

L’Hotel House di Porto Recanati è un complesso residenziale costruito nel 1967: era stato presentato come esempio di edilizia a uso turistico residenziale nella Riviera Adriatica. 17 piani, 480 appartamenti: ci vive un sesto della popolazione di Porto Recanati. Col passare del tempo ha però perso valore e ha attirato molti lavoratori extracomunitari, soprattutto maghrebini e centroafricani, seguiti da asiatici. Quando Matteo Salvini entra al Viminale, tra i vari report chiede una relazione sull’Hotel House. Nell’aprile 2015, il leader leghista era stato accolto con vere e proprie barricate che gli avevano impedito l’accesso.

Il 16 settembre 2018 Salvini ci torna da ministro. La relazione sulla sua scrivania conferma una situazione fuori controllo: in tre appartamenti era stata realizzata una moschea e più di 80 alloggi erano stati pignorati. Residenti ufficiali: 1.711.

Il tutto nonostante un indiscutibile impegno da parte delle Forze dell’Ordine: dal primo gennaio 2018 al settembre dello stesso anno, avvalendosi anche di monitoraggio aereo e di unità cinofile anche antidroga, donne e uomini in divisa avevano eseguito ben 295 interventi operativi, alcuni dei quali ripetuti nella stessa giornata e a orari diversificati, procedendo all’identificazione di 2.557 soggetti, residenti all’interno dell’Hotel House o comunque presenti nell’area. Non solo.

Fin dal 2017 la Guardia di Finanza aveva controllato i flussi finanziari relativi ai cinque operatori money-transfer presenti nel complesso, identificando oltre 2.300 cittadini di provenienza non europea, che avevano movimentato verso paesi esteri circa 5 milioni di euro (di cui l’80% verso Senegal, Pakistan e Bangladesh).

Da allora, l’Hotel House è stato uno dei dossier su cui Salvini ha lavorato con particolare intensità, coordinandosi con prefettura e amministratori locali. E i risultati arrivano. 

Solo negli ultimi mesi del 2018 erano state identificate più di 500 persone, tra cui un clandestino già espulso. E poi, uno spacciatore extracomunitario portato in carcere, cinque pakistani pusher per cui era scattato il divieto di dimora, una donna italiana tossicodipendente denunciata perché già destinataria di foglio di via dal Comune.

Confermiamo quanto abbiamo detto: tolleranza zero per illegalità, abusivi e degrado. I continui monitoraggi della struttura confermano le nostre intenzioni. È finita la pacchia” spiegava il ministro dell’Interno.

Nel 2019 la mano di Salvini è ancora più evidente. Nel mese di febbraio scendono in campo 46 carabinieri (compresi 4 forestali e due uomini dell’ispettorato del lavoro), un elicottero, due unità cinofile. Assediano l’Hotel House e due pakistani vengono arrestati perché pizzicati con eroina e soldi. Nella struttura (inizio 2019) si segnalano ancora 1.711 residenti, di cui solo 421 con la cittadinanza italiana. 21 le nazionalità presenti: la pakistana è quella più diffusa (395 persone), segue quella senegalese (303) e del Bangladesh (235).

Il 19 febbraio 2019 si registra un altro maxi blitz: 25 appartamenti controllati, 95 persone identificate (di cui 2 sono risultate clandestine), più di 100 grammi di eroina e 15 autovetture sequestrate.

Primavera 2019. Il 6 aprile, il ministro dell’Interno annuncia: “Dopo circa dieci anni, tre dei quali di amministrazione giudiziaria, è stato approvato il bilancio dell’Hotel House di Porto Recanati. È il risultato della azione costante per ripristinare la legalità e superare anni di degrado e abbandono. Controlli, arresti, sequestri, lotta agli abusivi dimostrano che non possono esistere zone franche.  Ovviamente non ci fermiamo e continuo a monitorare la situazione”. Pochi giorni dopo, nuovo blitz: quaranta carabinieri, un elicottero, 18 mezzi ripuliscono l’Hotel House con un arresto, circa dieci denunce, quasi 10mila euro sequestrati. Spunta la droga, tra cui 700 grammi di cocaina in un casolare abbandonato a poca distanza dalla struttura. 

Nel frattempo, il Viminale targato Salvini dà vita a Spiagge sicure per contrastare il degrado e i venditori abusivi. Il provvedimento ha ripercussioni positive sull’Hotel House, dove crollano le presenze estive. Da 1.500 a circa 500. Il 19 luglio scattano altri controlli: 1 arresto, 4 denunce, 4 stranieri irregolari rintracciati (uno dei quali portato al Cpr per l’immediata espulsione), multe per 20mila euro per lavoro nero. E poi 10 appartamenti e 5 casolari controllati, perquisizioni personali, controlli di uomini e mezzi, oltre a sequestri di merce contraffatta: 500 tra borse, bigiotteria e manufatti, pronti per essere venduti per strada.

Salvini commentava: “Non dimentico Porto Recanati e la situazione dell’Hotel House. Grazie alle Forze dell’Ordine, al prefetto e agli inquirenti per l’impegno costante e la professionalità. Nell’ultimo anno, come promesso, abbiamo moltiplicato gli sforzi e i controlli: abbiamo qualche segnale incoraggiante”.

Poi, cambia il governo. Ora, con la Lega che torna in maggioranza, esplode l’ennesimo scandalo con l’indagine della Guardia di Finanza contro i reati fiscali. Salvini promette: “Non abbassiamo la guardia”.

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