Marche

Case popolari, la Lega detta legge: varate le nuove regole

Il Commissario Marchetti e il gruppo consiliare della Lega: “Realizzato in meno di un anno uno dei principali obiettivi del mandato regionale”

Nuovi e più equi criteri di assegnazione delle case popolari: la Lega delle Marche in meno di un anno passa #dalleparoleaifatti grazie all’approvazione della proposta di legge in consiglio regionale.

Sulle politiche abitative dopo pochi mesi siamo riusciti a concretizzare gli impegni assunti in campagna elettorale. È stata la prima legge presentata dal Gruppo Lega perché rappresenta un tema fondamentale dell’azione di governo regionale – dichiara il commissario regionale Riccardo Augusto Marchetti – Nuove problematiche portano nuove priorità e richiedono un cambio di strategia che la Lega, con il contributo delle forze di Centrodestra, ha tradotto in una legge a misura di cittadino che attenziona famiglie con disabili e anziani, supporta le giovani coppie e le famiglie monoparentali, con uno sguardo d’insieme alla sicurezza e alla tutela dei residenti, un fattore tutt’altro che secondario per ricostituire una rete sociale funzionale alla crescita armonica del territorio”.

Come previsto dalla proposta Lega (vedi tabella, ndr), la nuova legge riserva da un minimo di uno ad un massimo del 33% degli immobili disponibili a famiglie under 35, monoparentali, forze dell’ordine, vittime di violenza. Con la variazione di alcuni parametri si consente ai Comuni, che conoscono a fondo le criticità del proprio territorio, di contribuire all’equità delle graduatorie. Si innalzano la soglia della premialità per anzianità di residenza (passa da 0,25 a 0,50) e si porta da 5 a 6 il massimo indice per la disabilità. Rivisti anche i requisiti necessari per i richiedenti extracomunitari con residenza fiscale fuori Italia: viene introdotto l’obbligo di presentazione della certificazione del loro stato reddituale e patrimoniale nello stato d’origine. Un dato con cui classificare la richiesta secondo parametri simili all’ ISEE su cui si basano le graduatorie per i cittadini italiani.

Siamo fieri di aver mantenuto la parola data agli elettori: questa legge porta nuova speranza e fiducia nelle istituzioni perché non assegna solo case, restituisce e rafforza certezze – aggiungono il capogruppo Marinelli e i consiglieri Andrea Maria Antonini (relatore di maggioranza), Mirko Bilò, Chiara Biondi, Giorgio Cancellieri, Marco Marinangeli, Anna Menghi e Luca Serfilippi – L’aumento che porta al 33% la percentuale di unità abitative riservate a particolari categorie e quello che premia la residenzialità sono il segno tangibile che nei comuni, dal più piccolo al più grande, intendiamo fare doverosamente la nostra parte per incentivare progetti di vita”.

Nella nuova legge, tutela del diritto e della legalità vanno di pari passo. Nei comuni oltre i 5000 abitanti una quota di alloggi viene riservata alle Forze dell’Ordine a riconoscimento dell’abnegazione con cui si occupano di tutela dei cittadini, ma anche per la consapevolezza che la loro presenza equivale ad un presidio sociale delle aree più sensibili.

Significativo, inoltre, che tra i motivi di revoca dell’abitazione si introducano la condanna in primo grado del capofamiglia per violenza domestica e la sua denuncia perché non consente ai figli di frequentare regolarmente la scuola. Altrettanto significativo che, chiunque faccia richiesta di accedere agli alloggi, non dovrà aver riportato, negli ultimi dieci anni, una condanna per delitti non colposi per i quali il codice prevede una pena detentiva non inferiore nel massimo edittale a due anni.

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