Approvata la legge regionale che consente di diversificare turismo e agricoltura, incrementare il fatturato, favorire le assunzioni di personale e nuovi investimenti.
“La nuova legge sull’Enoturismo non è un fine, ma un mezzo per porre le Marche al centro dell’interesse nazionale e internazionale. L’obiettivo è diversificare l’offerta, incrementare il fatturato, favorire le assunzioni di personale e nuovi investimenti, consentire al settore vitivinicolo marchigiano di proporsi come principale strumento della valorizzazione del territorio, a beneficio dell’intera economia regionale. Al vicepresidente e assessore Mirco Carloni, che l’ha proposta, va dato il merito di muoversi strategicamente nel solco della programmazione integrata tra i settori dell’agricoltura, del turismo e del commercio. Tre settori chiave sui quali siamo già intervenuti con modifiche strutturali al quadro normativo”.
Lo dichiara il vicecapogruppo della Lega Mirko Bilò, relatore di maggioranza della nuova legge sull’enoturismo che definisce itinerari per mettere in rete, nel segno del vino, le eccellenze naturalistiche, culturali, artigianali e industriali e consentire l’attivazione di azioni di comunicazione strategica in Italia e all’estero, valorizzando anche le aree interne e i piccoli borghi.
“La misura sull’enoturismo muove dall’esigenza di fornire agli operatori del settore uno strumento innovativo per implementare i servizi che possono essere offerti dall’impresa vitivinicola – spiega il vicecapogruppo della Lega – Il settore vitivinicolo, oltre ad essere tra quelli con i maggiori margini di crescita, incarna un modello di sviluppo ecosostenibile in sinergia con l’ambiente, con l’integrità e la bellezza del nostro territorio: requisiti base per la creazione del brand Marche per il turismo esperienziale. Lo sviluppo locale integrato passa attraverso un adeguato sostegno dell’immagine complessiva del territorio regionale, utilizzando azioni di comunicazione e valorizzazione che riguardino anche e soprattutto, il settore dell’enogastronomia che sempre più riscuote un grande interesse da parte dei turisti – conclude Bilò – Coniugare la promozione dei territori e delle produzioni con un sistema di accoglienza basato sulla cultura del vino e della sua area di produzione favorisce la destagionalizzazione, condizione necessaria per un turismo che sia traino per l’economia regionale”.