Approvata in Consiglio regionale la mozione della Lega per attivare i servizi di assistenza odontoiatrica per i disabili e costituire una rete assistenziale per pazienti con bisogni speciali.
Approvata in Consiglio regionale la mozione della Lega per attivare i servizi di assistenza odontoiatrica per i disabili e costituire una rete assistenziale per pazienti con bisogni speciali. Lo segnalano il vicecapogruppo Mirko Bilò, primo firmatario, e la collega consigliera Anna Menghi, membro della commissione regionale sanità e referente per le Marche del Dipartimento Disabilità della Lega.
“La disabilità, in tutte le sue forme, non deve essere un problema anche nell’accesso alle cure: i pazienti con bisogni speciali sia in prevenzione, che nella diagnostica e nella terapia, richiedono tempi e modi specifici oltre ad attrezzature e personale medico ed assistenziale adeguatamente formato – spiega Bilò – La capillarità dell’assistenza odontoiatrica per i pazienti fragili e con gravi disabilità è deficitaria: abbiamo sollecitato la Giunta a riorganizzarla sul modello attivo in Area Vasta 2 negli ospedali di Jesi, Fabriano, Senigallia, Loreto. Attivare una rete specifica è fondamentale – sottolinea il vicecapogruppo della Lega – Oltre al Centro di Riferimento Regionale, costituito e mai attivato, servono Unità Distrettuali di Odontostomatologia per provvedere sia all’ attività odontoiatrica di base che alla fragilità sociale”.
“La mozione prende atto che una crescente percentuale di popolazione potrebbe incorrere nella necessità di usufruire del servizio – specifica la consigliera Anna Menghi,– Il Ministero della Sanità, infatti, già nel 2017 segnalava che la fascia della popolazione inquadrabile come disabile, comprendendo anche le patologie croniche, può essere verosimilmente stimata intorno al 20% e il dato è destinato a salire. È evidente che, per fronteggiare il problema, risulta determinante il criterio di inclusione. La presa in carico “speciale” deve soddisfare sia la disabilità di base che quella specifica oro-facciale per cui si effettua un intervento complesso o altamente intensivo – conclude Menghi – Per questo abbiamo sollecitato la Giunta perché, ad una fragilità così complessa, faccia riscontro non solo una multidisciplinarietà nell’approccio terapeutico, ma anche una solida collaborazione tra le strutture territoriali attuata in ambienti attrezzati per qualsiasi emergenza e distribuiti con la maggior capillarità possibile”.