La stazione ferroviaria di Macerata, inaugurata solo 2 anni fa dalla Giunta Carancini, è oggetto di un’interrogazione per chiedere un intervento della Regione
La denuncia di Simone Perozzi, che ringrazio per aver avuto il coraggio di porre la questione e fare questo appello, mi fa male, perché ritengo inconcepibile che un’opera inaugurata nel 2020 e realizzata con i soldi dei cittadini non contempli la possibilità, per un disabile, di fruire del servizio promesso come tutti gli altri. E se non bastasse la legge ad indicare chiaramente come le nuove opere andrebbero costruite, ci sarebbero sempre il buon senso, il sentimento civico, la responsabilità sociale a dover fare da bussola. Perché garantire anche ai disabili l’accesso ai luoghi del vivere è un fatto culturale prima ancora che politico.
La stazione del Polo Bertelli, a Macerata, fu inaugurata in tutta fretta dall’amministrazione comunale guidata da Romano Carancini a pochi giorni dalle elezioni. In piena campagna elettorale, Comune e Regione (con l’allora assessore ai trasporti Angelo Sciapichetti) si ritrovarono insieme a celebrare la nascita di una infrastruttura considerata fondamentale, ma a quanto pare non per tutti.
Ho presentato un’interrogazione per fare il punto e chiedere l’intervento della Regione. Chiederò all’attuale Giunta di impegnarsi ad abbattere le barriere di questa come di altre eventuali stazioni nelle Marche. Certo è che se la stazione fosse stata costruita bene, oggi la nuova amministrazione regionale avrebbe potuto impegnare tempo e risorse per andare avanti e dar corpo ad altri progetti necessari allo sviluppo dei territori, invece questi sono clamorosi passi indietro che fanno male alla crescita economica e sociale.
La politica è cultura. Se diventa potere e si esprime solo attraverso le sue logiche, anche le più perverse, occorre cambiare rotta, ingranare una marcia nuova. L’Italia lo sta facendo, ma certo questi episodi danno la contezza di una realtà amara.