“L’Italia produce l’olio migliore al mondo, ma il più venduto è quello spagnolo anche grazie agli accordi con la Tunisia. È tempo di valorizzare la qualità e l’eccellenza del nostro olio per proteggere il nostro patrimonio!”.
Così il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Mirco Carloni, candidato alle elezioni europee, a fronte della notizia pubblicata dal quotidiano Italia Oggi che, a dispetto della qualità riconosciuta dell’olio italiano, “a dominare è la Spagna. Madrid controlla i vertici del Consiglio oleicolo internazionale (dove si decidono i parametri qualitativi) e ha invaso il mercato con oli da impianti super intensivi (che necessitano di molta acqua). A rendere la vita facile agli spagnoli due dati: la frammentazione degli uliveti italiani e la rinuncia della politica a difendere il settore. Morale: nonostante nel mondo “Italia” significhi “olio buono” e oggi la produzione Ue sia di 1,5-2,2 mln di tonnellate, l’Italia ne produce appena 200-300mila; la Grecia 150-250mila; la Spagna, da sola, tra 800mila e 1,4 mln. La produzione extra Ue di olio, infatti, è di circa un mln di tonnellate, di cui 600-800mila dalle terre arabe: la Tunisia ne produce 200-250 mila, la Turchia idem, il Marocco 100-150 mila, la Siria 100mila. Solo che ora la siccità mette a rischio gli impianti valorizzando i brand in portafogli e facendo da partner tecnico ai sauditi che vogliono prendersi il mercato (Vision 2030)”. Ora la Spagna “La Spagna punta a conservare l’egemonia sugli scaffali per via indiretta alleandosi col mondo arabo e la Tunisia in particolare.”